Messaggi urbani, murales e comunicazioni al pubblico, croce e delizia delle mie visite a città nuove e vecchie.

Sono in una città che non conosco? Beh, sono sempre attratto dai tanti messaggi urbani che ti riesce a comunicare a vari livelli: muri con scritte spray e murales, il graffito, il tag, il segno, le insegne,.

Sono tutti differenti livelli di comunicazione, talvolta legati a circoli chiusi, a bande, a gruppi sociali e molto spesso rivolti invece alla totalità del pubblico.

Tutte forme di espressione e comunicazione che mi hanno sempre incuriosito, avvicinato, attirato e che dicono molto di più di quanto all’apparenza sembrino dire.

Raccontano della tifoseria del luogo, del livello di ironia di quella popolazione, del dileggio verso il potere o dell’arai cupa razzista che si respira altrove. Ti spiegano il contesto di chi le pensa, di come le realizza, del tipo di pubblico al quale si rivolgono e così facendo creano un unicum che tratteggia un piccolo mondo.

Per chi lo sa interpretare.

Qualche esempio? Interno di bar di paese con annesso circolo ricreativo dedicato alla nobile arte del Burraco.

Uno di quei posti tratteggiati con sublime ricercatezza dalla penna di Stefano Benni, con tutta l’oggettistica classica del bar di paese: i quotidiani spiegazzati sul tavolino, le locandine delle sagre prossime a venire, la teca delle paste con la luisona alla crema scintillante, il biliardino, i tavoli in fòrmica e gli ammonimenti agli astanti: la consumazione è OBBLIGATORIA.

Insomma. No frills, no fanfare, font decisa, tono tra il burocratese e il militaresco.

Non pensiate di sedervi qui a svernare senza ordinare almeno un decaffeinato, non sono ammesse repliche. Fantastico. Mi rimane da capire se valga anche per giocatori di briscola o tressette.

Ma passiamo oltre. Il sottobosco dei circoli ricreativi o bar di paese, regala sempre grandi soddisfazioni in termini di efficacia comunicativa.

Questo reperto che conservo gelosamente nella galleria del telefono da anni, ne è la prova provata.

L’immediatezza del tratto si sposa con il tono che non ammette repliche.

Lo spregio voluto e arrogante con cui la comunicazione viene vergata non su un foglio vergine, ma direttamente su una precedente comunicazione al pubblico, la dice lunga.

Siamo all’iperrealismo comunicativo. Quasi dadaista.

Non ci è dato sapere se il tordo bottaccio e la beccaccia abbiano apprezzato, io però ricordo  ancora bene il ghigno con cui ho dovuto deglutire il cornetto alla crema e la spremuta prima di rimettermi in viaggio. Grazie ancora.

Nella galleria dei murales urbani memorabili ne ricordo uno visto e fotografato qualche anno fa, passeggiando per Oslo: “The banks are criminals“, lo scatto evocativo, completato dai semafori rossi mi ha sempre colpito.

Poco più a fianco ne ricordo uno che recitava “Stopp pornokulturen“. Ma sotto un ribaldo aveva disegnato due prosperose tette. Fate finta che abbia postato l’immagine.

In italia invece capita talvolta, nei classici non luoghiautogrill, parcheggi di complessi commerciali, aree di sosta autostradali, di imbattersi nei classici message in a bottle, clandestini e furtivi, come questo a fianco

Le scritte sui muri cittadini esercitano su dime una attrazione morbosa. Chi le ha vergate, quando, perchè e con quale fine ultimo? Semplice egocentria o urgenza di comunicazione?

Frasi d’amore strampalate, invettive tra tifosi, minacce anti governative, ma in ogni caso il tratto grafico, la font usata, gli improbabili costrutti sintattico grammaticali, gli svarioni di ortografia ti restituivano anche lo stato d’animo di chi le aveva vergate.

Ricordo sempre con un sorriso la scritta che compariva da decenni vicino al mio liceo.”Il muro è il giornale del popolo, compagni usiamolo“!

Tutti d’accordo tranne gli inquilini del palazzo su cui questa scritta è apparsa per circa 3 decenni.

Tra i ricordi di graffiti liceali non posso fare a meno di recitare un fantastico “più vino e meno latino” e un dirompente e garrulo “felce e mirtillo“.

Ma la spontaneità di queste espressioni murali viene talvolta raggiunta e superata dal genio, come nel caso di questa insegna fotografata nei pressi di San Daniele del Friuli. Ho fatto di tutto per entrare nel club, ma era ostinatamente chiuso in quei giorni. Immagino la coda per le iscrizioni.

Un tipo di comunicazione urbana che nel tempo è sbocciata e fiorita è quella relativa alle salaci comunicazioni tra condomini per l’uso degli spazi comuni.

Lo sberleffo al povero amministratore condominiale è di certo una tentazione irresistibile, in una invettiva che credo abbia illustri predecessori anche tragli affreschi ritrovati nella Pompei romana.

Consiglio finale. Se, come me, sei un attento e appassionato osservatore della sottocultura dei muri cittadini e dell’uso sociale e comunicativo che ne viene fatto, se anche tu quando entri in stazione di una grande città, ti perdi a osservare le comunicazioni urlate dai muri, non puoi fare a meno di visitare Starwalls.it

Ne rimarrai estasiato.

Fammi sapere cosa ne pensi e quali frasi hai vergato sui muri della tua città.

Io ricordo ancora quando mi beccarono, a 16 anni. Che corsa…

Messaggi urbani, murales e comunicazioni al pubblico

Passi lunghi e ben distesi

consumazione obbligatoria

Efficacia e chiarezza comunicativa

la caccia al tordo
banks are criminals
singolo
comunicazioni in ascensore